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| Dopo aver udito le parole della povera guardia Marco, con le lacrime agli occhi si caricò sulle sue spalle il corpo del malcapitato e iniziò a correre verso il punto stabilito per il ritrovo tra lui e il suo maestro. Tenere un andamento veloce e continuo gli risultava difficile, la guardia sulle spalle era un uomo molto possente, ma doveva riuscire a salvarlo. Durante il viaggio che, seppur corto sembra non finire mai, Marco continuava a tenere un conversazione con l'altro uomo.
Come ti chiami ? Fiorello lo disse con un filo di voce.
La giovane recluta tentava di tenere un discorso continuo, sapeva che aveva bisogno di cure mediche immediate ma lui con se non aveva i suoi attrezzi quindi doveva cercare di non fargli perdere i sensi, almeno finchè non fossero arrivati da Giovanni... Lui avrebbe saputo di sicuro cosa fare, infondo chissà quanti compagni aveva salvato fino a quel giorno. Ad un tratto, proprio vicino al punto di ritrovo la guardia smise di rispondere alle sue domande così, di colpo. In cuor suo lui aveva già capito, ma non voleva ammetterlo. Si fermò di colpo e stese il corpo della guardia, gli mise una mano sul collo per sentire se c'era battito cardiaco, ma niente, nessun rumore nemmeno il più piccolo. Gli passo la mano sugli occhi per chiuderglieli. Senza fiatare se lo rimise in spalle e arrivò al punto stabilito. Dentro di lui non c'era altro che odio per quei malviventi, tutta la sua razionalità era come se fosse scomparsa e lui voleva ucciderli tutti, uno ad uno senza pietà e sapeva che poteva farlo.
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