DiggeiForevah |
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| Akir si aggirava nella sua città natale con passo svelto e silenzioso, tenendo gli occhi bene aperti. Si trovava in una delle tante stradine secondarie che partivano dal mercato centrale. Intorno a lui si estendevano centinaia, se non migliaia, di edifici e di persone: bambini che giocavano a nascondino, donne e uomini indaffarati nelle proprie faccende. Ad un tratto Akir sbucò nella piazza principale. Sopra a un tetto c'era l'ingresso della base degli Assassini di Damasco. Akir usò una scala appoggiata a un edificio vicino e si lasciò cadere nel buco sopra l'edificio. Per fortuna sotto di lui c'era un mucchio di paglia che attutì la caduta. Akir si rialzò e si diresse verso un uomo alla sua sinistra e gli disse: Salve confratello Assassino, c'è qualche incarico che posso svolgere?
Edited by DiggeiForevah - 23/9/2012, 14:03
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