Assassin's Creed Gdr [Assassin's Creed; Assassin's Creed 2; Assassin's Creed Brotherhood; Assassin's Creed R

Un nuovo inizio

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Ainille
view post Posted on 3/4/2016, 21:05     Top   Dislike




Morte. Troppa morte, per i suoi giovani occhi, troppo dolore per il suo giovane cuore. Era un miracolo che non si fosse uccisa anche lei. Tutto il suo sogno si era sgretolato nel giro di poche ore.
Si era destata in piena notte, spari, aveva udito degli spari e istintivamente era scesa nel salone principale, lì si stava consumando un autentico massacro, il padre e altri uomini che non aveva mai visto stavano combattendo contro altri uomini.
Poi più nulla, aveva udito un esplosione ed era crollata a terra.
Ora Jane non sapeva più dove andare. Poteva rimanere lì, ad Edimburgo, ma chi avrebbe pensato al suo mantenimento? Non conosceva nessuno di importante e tutti gli agganci del padre erano morti con lui. Quindi alla giovane non rimase altra scelta se non quella di seguire gli assassini del padre che incredibilmente aveva accettato quella stramba richiesta e l'avevano accompagnata verso Londra.
- manca ancora molto? - chiese, forse anche un po' stupidamente dato che già le o detto di essere quasi giunta a destinazione. Probabilmente sarebbe stata condotta in una grande casa nel centro di Londra, ma da dentro quella carrozza non poteva esserne sicura.
- ma soprattutto... una volta lì chi devo cercare? - ok era un po' snervante a volte, soprattutto quando soleva ripetere le stesse domande per giorni, ore e settimane. Lungo tutto il percorso che separava Londra da Edimburgo.
Durante il viaggio non poté far a meno di chiedersi come mai quegli uomini la trattassero così bene, nella sua testa, per giustificare tale 'dolcezza' si era detta che forse qualcuno a Londra le voleva parlare.
 
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view post Posted on 5/4/2016, 21:46     Top   Dislike
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La carrozza, composta d’un legno massiccio molto scuro e di fattura artigianale, sfrecciava con le sue pesanti ruote per le strade ciotolate di Londra. Ogni balzo che la carrozzeria doveva subire era smorzato ai corpi dei passeggieri da sapienti giochi strutturali e incavi nella struttura. Lì dentro, comunque, Jane non avrebbe dato peso nemmeno a scossoni decisamente più brutti, se ci fossero stati, dato il suo stato d’animo. In un crescere costante l’ansia aveva bussato alla sua porta molte ore prima, quando tutta quella morte e sofferenza l’avevano travolta in un turbino confuso di eventi. Non era nemmeno in grado di gestire le sue azioni e con tutta probabilità stava commettendo la più grande sciocchezza di tutta la sua vita. Ma forse, in quel preciso istante, davanti a quell’uomo barbuto che continuava a sistemarsi senza sosta il cappello, la sua vita aveva perso senso di esistere.
Sulla trentina, capelli scuri quasi completamente nascosti da una tuba nero lucida e un sorriso che mai aveva lasciato le sue labbra, l’assassino dei suoi genitori stava finalmente per rispondere a qualche sua domanda, o quanto meno stava aprendo la bocca per farne uscire qualche suono. Sbatté un paio di volte le palpebre, lasciando trasparire alla giovane i suoi occhi color ghiaccio, prima d’iniziare finalmente a proferir parola.
<<signorina Hopeman, siamo noi stessi gli artefici del nostro destino. Come suo padre lo è stato per il suo.>> Fece una piccola pausa, ridacchiando sotto la riccia barba incolta che quasi gli nascondeva le labbra, se non fossero state estremamente carnose. <<triste forse, ma giusto. Com’è giusto ciò che attende lei al nostro arrivo.>>
La voce glacialmente roca tocco ora un tono più basso, forse per intimorire l’orfana o, più semplicemente, per dare solennità alla frase. <<scoprirà, a sue speso o meno, che la nostra concezione di giustizia va ben oltre qualsiasi piano di diversità, ponendo qualsiasi uomo sullo stesso piano.>>
Una curva secca fece leggermente spostare di lato la ragazza mentre l’uomo, puntando le braccia, riuscì a rimanere immobile e inflessibile. Ne constatò che, probabilmente, conosceva molto bene quella strada. <<tocca a lei, scoprire cosa si cela dietro le bugie che tutti noi ci raccontiamo, dietro le finte vite che viviamo.>>
 
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Ainille
view post Posted on 6/4/2016, 06:46     Top   Dislike




La strada era decisamente troppo accontenta per i suoi gusti, eppure erano, almeno secondo lei e alle sue deduzioni, al centro di Londra. Ad ogni modo la ragazza era troppo preoccupata per altro per stare anche solo a pensere alle strada londinesi. Teneva la testa poggiata alla parte lignea della carrozza, con il capo piegato leggermente per riuscire a vedere almeno qualcosa del loro percorso, delle storie di tutta la gente che sorpassavano senza neanche degnare di uno sguardo.
Di tanto in tanto Jane lanciava uno sguardo al suo compagnio di viaggio, tipo non proprio loquace e che la ragazza trovava fin troppo inquietante, forse per la barba folta, forse per il capello. Non lo sapeva con certezza.
Una cosa però le appariva certo, le sembrava ad una prima occhiata, una persona molto affidabile e molto determianta a portare a termine la missione che gli è stata affidata. Più volte si guardò intorno, nella carrozza, alla ricerca di qualcosa da usare come un arma.
Non aveva mai combattuto prima d'ora ne tanto meno aveva desiderato farlo, anche se il padre, non sapeva bene perché, si era sempre rifiutato di raccontarle tutto, aveva cominciato ad addestrare lei e suo fratello nell'uso della spada e soprattutto nell'arte della furtività. Inutile dire che la ragazza si era dimostrata molto molto più brava nella seconda disciplina e ora se ne pentiva, se fosse stata più determinata... magari a quest'ora le cose sarebbero state diverse.
Proprio questa incertezza non le dava pace, nemmeno ora che non sapeva bene quale sarebbe stato il suo destino. Voleva morire? Forse, forse sarebbe stato tutto più semplice, forse no.
- manca ancora molto, - ripeté la stessa domanda di prima, ignorando le parole precedenti dell'uomo.
 
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2 replies since 3/4/2016, 21:05   33 views
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